Breve e panoramica passeggiata che ci porta a scoprire un meraviglioso luogo di preghiera: la chiesetta dei Santi Gervasio e Protasio e l’eremo ad essa adiacente. Questo luogo, abbarbicato su un costone del Mt. Pizza e prolungamento montuoso del Dosso Alto , è un punto ideale per mirare l’intero abitato di Bagolino e la vallata che lo contiene. Sul fondovalle le acque del torrente Caffaro saltellano impetuose tra i giganteschi massi di pietra dal ponte Selva al ponte Romanterra. Da quest’ ultimo diparte una strada consortile che permette l’accesso ai fondi ubicati nella valle della Berga . Nell’alveo del torrente in prossimità del ponte stesso è stato scoperto un sito di interesse geologico di rilevanza mondiale.(vedi Chiodo d’oro)
Ascesa : 800 mt. circa
Lunghezza anello : 7,7 Km.
Durata : 3h 30′
Altitudine partenza : 776 mt.
Altitudine max. : 1053 mt.
Periodo : Primavera, Estate,autunno
Difficoltà : E(escursionisti) fino chiesa EE(escursionisti esperti) per anello
Punti interesse : itinerario votivo-religioso ,punto panoramico
Tipo percorso : ad anello(strada cementata ,mulattiera, sentiero,sentiero con protezioni ,
Appoggio : chiesa con locale per ripararsi;
Equipaggiamento : abbigliamento da trekking
Giunti all’ingresso di Bagolino si sale verso destra con direzione Cerreto. Finita la salita si piega a sinistra,si oltrepassa il municipio e si va verso la chiesa parrocchiale di San Giorgio dove si può lasciare l’auto. Da qui si può scendere nel borgo antico per caratteristiche viuzze . Giunti sulla strada principale si deve ulteriormente scendere ( indicazioni presenti )un viottolo che porta sulla strada bassa che bypassa il centro abitato e da qui dirigersi verso il ponte Romanterra . Attraversatolo si prosegue per alcune decine di metri fino ad individuare il sentiero di salita.
Ci troviamo nel centro storico di Bagolino all’ingresso della valle del Caffaro, siamo saliti fin qui per depositare l’auto in quanto ,essendo giorno di carnevale, non troveremmo un parcheggio libero. L’aria è frizzantina, già nel salire abbiamo notato una spolverata di neve sulle strade ed al sagrato della chiesa parrocchiale si para davanti a noi un panorama mozzafiato: tutti i tetti sono avvolti da una leggera nevicata notturna. Nostro intento è di salire alla chiesa di San Gervasio inizializzando il sentiero dal segnavia N.402 che porta verso il passo della Berga e poi spingersi su per il costone fino a dove è ubicato l’edificio.
Scendiamo dalla parrocchiale per caratteristiche viuzze ,passando sotto portici in pietra fino alla piazza principale del borgo , poi seguiamo per un breve tratto la strada in entrata al paese fino al negozio di alimentari dove un evidente cartello ci segnala un altro viottolo che scende sulla strada bassa che bypassa il centro storico e da qui un ulteriore cartello che indica il sito archeologico di Romanterra.
Oltrepassiamo il ponte e già una serie di cartelli in legno ci indicano varie mete da raggiungere, tra cui la nostra. La presenza di una cappella votiva in prossimità di un bivio, riferisce come gli abitanti della zona fossero legati alle proprie tradizioni, alle proprie credenze e l’attaccamento alla propria terra.
Seguiamo in parte la strada cementata fino ad individuare la vecchia mulattiera sale verso l’alto e ci permette di evitare alcuni noiosi tornanti. Ad un certo punto ritorrneremp nuovamente sulla strada in quanto impossibilitati a proseguire sui pascoli privati. Poco più avanti abbandoniamo la strada per immetterci sul sentiero vero è proprio che ci porterà alla chiesetta.
Il sentiero ci inserisce in un folto bosco di faggi, sui lati un riparo formato da funi di acciaio ci accompagnerà per tutto il percorso fino alla sommità. In effetti in questo tratto il pendio a lato è irto e scosceso e per evitare una possibile fuori uscita laterale da esso è stato necessario mettere dei ripari al sentiero stesso.
Giunti alla sommità ci si presenta un edificio per metà intonacato e pitturato di bianco e per il restante grezzo. Quello di sinistra rappresenta il fronte della chiesa con una vecchia porta al centro ed una decorazione alla sommità. Ai lati due finestre opportunamente chiuse da inferiate in ferro battuto, sulla destra abbiamo l’ ingresso alla stanza che si trova a piano terra e che funge da ricovero in caso di maltempo per i viandanti e con sullo fondo un ampio focolare. A fianco poi vi è il campanile che sorregge alla sommità una squillante campana , elemento indiscusso per chi vuole segnalare la propria presenza in quel luogo.
Dal muro di contenimento, messo a protezione del dirupo sottostante, vi si può affacciare per poter scorgere verso il fondo l’intero borgo medievale di Bagolino. La crescita dello stesso seguì la logica di costruzione di molti altri borghi montani,e cioè di ricercare le posizioni più assolate e di sfruttare al massimo i terrazzamenti più in alto per ospitare il pascolo.
Dopo una breve pausa e dopo aver osservato più da vicino il capolavoro di uno scultore odierno creato nel legno e posto sul retro della chiesa, ridiscendiamo il sentiero precedentemente fatto fino alla strada e ricominciamo a risalirla portandoci fino ad una bellissima costruzione con un ampio pascolo in direzione della valle della Berga. Oltrepassatala teniamo la destra percorrendo una forestale che ,aggirata la proprietà, sale verso il Mt. Pizza.
Ad un certo punto, in prossimità di un tornante sulla destra troviamo prima l’indicazione per scendere ad una piazzola dovesi trova una parete per l’arrampicata e poco più avanti un sentiero che scende a zig-zag in un vallone ombroso. Noi scendiamo per questo sentiero che coincide anche con l’itinerario di una corsa di runner segnata con un bollo arancione. Esso ci porterà ad aggirare il costone roccioso sul quale è aggrappata la chiesetta, ed ad traversare il verante est del Mt. Pizza fino a scendere verso il fondo valle all’altezza del ponte Selva messo più a nord sul greto del torrente Caffaro
Una volta raggiunto lo attraversiamo e risaliamo verso l’abitato orientandoci con il campanile di San Rocco. In breve raggiungiamo il centro e per caratteristiche viuzze risaliamo al luogo di partenza.
Alfredo Chiodi
Accompagnatore di Escursionismo del CAI di Gavardo sottosezione di Brescia.Esperto conoscitore delle montagne bresciane in particolar modo di quelle della ValleSabbia ,territorio in cui vive ed effettua le sue escursioni .Collaboratore dell’equipe di vivilavalsabbia.com
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