Questo giro è uno dei tanti itinerari turistici che si possono compiere nel comprensorio del lago d’Idro. Lo intraprendono principalmente i motociclisti che dal fondo valle risalgono la stretta e tortuosa strada che porta al Baremone. L’itinerario è ambito anche dai ciclisti più accaniti che vogliono cimentarsi con un discreto dislivello da compiere, lo fanno in mountain-bike o con bici da corsa (utilizzare un battistrada preferibilmente per sterrato) e, per i meno allenati, con E-bike (caricare bene le batterie). Una peculiarità di questo percorso è di passare in breve tempo da un ambiente di valle a un ambiente di tipo alpino, nella parte alta si possono trovano condizioni meteorologiche diverse da dove si è partiti, per questo è importante avere indumenti adatti al luogo. E’ necessario inoltre prestare attenzione ai passaggi più critici del percorso specie in galleria, nel tratto sterrato o in presenza di neve o ghiaccio, alcuni tratti stradali sono sprovvisti di ripari laterali ed è problematica la richiesta di soccorsi.
Ascesa : 1550 mt. circa
Lunghezza anello : 47 Km.
Durata media;: 5h
Altitudine partenza : 390 mt.
Altitudine max. : 1674 mt.
Periodo : consigliato in estate
Difficoltà : BC(Buon Ciclo-escursionista)
Punti interesse : chiesette alpine, strada militare, passi alpini
Tipo percorso : strada asfaltata 90% e strada sterrata 10%, ex strada militare,
Appoggio : Rifugio Rosa al passo Baremone, Rifugio Dosso Alto al passo Maniva;
Equipaggiamento : Casco,guanti, mantella per pioggia,kit riparazione perforature
Si raggiunge in auto il lago d’Idro dalla Valle Sabbia o dalla Val Giudicarie a seconda della provenienza. Si percorre la provinciale in direzione di Anfo. Una volta raggiunto il paese, per comodità, possiamo lasciare la vettura nel piccolo parcheggio che si trova sulla sinistra subito dopo aver fatto l’unica rotonda nei pressi del centro o altrimenti altri parcheggi in direzione dei campeggi e del centro nautico.
Dal parcheggio mi dirigo verso il retro della chiesa subito dopo aver girato un caratteristico angolo di case con muri di pietre a vista ,risalgo la Via Mabellini che per breve tratto è pedonabile , essa mi porta sulla strada principale che attraversa il paese di Anfo .
Percorsa la statale fino quasi all’uscita del paese sulla sinistra trovo il grande edificio dove , un tempo, avveniva la fermata il rimessaggio delle carrozze con un eventuale cambio dei cavalli e il proseguimento o ritorno per altre destinazioni.
Proseguo per altri duecento metri per portarmi a uno svincolo sulla sinistra che porta al Baremone, localita di montagna che resta in altura, dopo aver percorso l’intera vallata da cui scende il Vaso Re. Salendo per questa strada particolarmente a tornanti si può godere di un favoloso panorama sul lago e su tutto l’abitato di Anfo fondato anticamente sul delta di codesto torrente.
Allontanandomi sempre di più dall’abitato dopo una curva pronunciata trovo una semplice chiesetta immersa nella rigogliosa vegetazione. Si tratta della minuscola chiesa di Santa Barbara che si distingue anche dal basso nel contesto delle montagne circostanti.
Proseguendo per la strada asfaltata , tra appezzamenti di prati e folta vegetazione di carpini e betulle, si possono notare alcune santelle votive poste ai lati di terreni circostanti ben custoditi.
La strada continua a salire costantemente con rettilinei e tornanti , a fatica si guadagna quota nonostante stia utilizzando gran parte della potenza della batteria che la mia E-bike assorbe . Comunque con un pò di parsimonia dovrei avere sufficente carica per ultimare il giro programmato.
Arrivo al passo Baremone ad una quota di 145o mt. il dislivello maggiore è fatto e ,nonostante il rifugio per un break è chiuso decido di fermarmi a lato strada per ristorarmi con quello che ho preso da casa.
Anche qui si presenta una vista da mozzafiato con le montagne circostanti ed una chiesetta alpina su un dosso poco distante dal rifugio. Non lontano da questo luogo risuonano i campanacci di alcune mandrie rimaste a pascolare nei prati vicini.
Da qui in poi la strada è quasi pianeggiante ma esposta a nord per cui mi trovo all’ombra del versante e nella folta vegetazione di conifere ; la temperatura è fresche e la strada è ancora ben percorribile . Per trovare mitigazione all’aria fresca devo aspettare di arrivare a varcare il passo Spina e portarmi sul versante assolato delle piccole Dolomiti, ciò chè troverò nei pressi di una cappelletta in pietra della Madonna .
Da qui in poi sarà uno scorcio panoramico in successione. Davanti a me si presenta l’elevazione del Dosso Alto sulla destra ed il corpo roccioso della Cima Caldoline sulla sinistra. Attraverso una buia galleria e subito dopo il fondo stradale, seppur pianeggiante, si presenta sterrato con pietre spigolose e l’esposizione al lato sinistro della strada è irta esenza ripari. Comunque con un pò di prudenza si può passare, in effettivamente questo itinerario è ricercato in particolare dagli stranieri motorizzati che soggiornano sul lago. Tempo fa l’avevo percorso in macchina ma questo tratto è un po’ ostico per i miei gusti.
Il paesaggio circostante è disseminato di torrioni, calanchi e guglie di origine calcarei che rispecchiano un ambiente prettamente dolomitico, per questo vengono chiamate le piccole Dolomiti.
In breve raggiungo il passo del Roccolo della Berga dalla cui sottostante valle a sinistra sale il sentiero che dal ponte di Romanterra di Bagolino porta fin qui, più avanti finisce anche il tracciato sterrato e riprendo a salire nella conca sotto il Dosso Alto in vista del passo omonimo. Questo è l’ultimo tratto di salita che mi fa guadagnare la quota altimetrica più alta dell’intero giro (circa 1750 mt.) Da questo punto sarà, tranne qualche strappo dopo Bagolino, sempre discesa.
Sulla destra scorgo alcuni escursionisti intenti a salire la cima del Dosso Alto, elevazione che sovrasta con le sue pendici settentrionali il giogo del Maniva più in basso di un centinaio di metri dal punto in cui mi trovo. Questo passo collega la Val Sabbia con la Val Trompia con una strada che sale dal fondo ed è transitabile fin quando resta sgombra da neve specie nel periodo invernale quando restano attive le piste da sci che l’attraversano nella parte alta.
Seduti ai tavoli esterni di un bar nei pressi del vasto piazzale, trovo altri ciclisti di ritorno dal giro in quota proveniente dal passo di Crocedomini. Questo itinerario si svolge sulla strada sterrata che da Crocedomini porta qui al giogo del Maniva , questo tracciato si svolge a una quota mediamente intorno ai 2000 metri s.l. m. sullo spartiacque dell tre vallate principali del bresciano. Saliti dalla valle del Caffaro sono giunti fin qui con un sostanzioso chilometraggio e dislivello nelle gambe, ora devono concludere il giro rientrando al luogo di partenza percorrendo la strada da me fatta fin qui.
La discesa è molto divertente anche dal fatto che da poco è stato rifatto il fondo stradale e la temperatura per quelle quote è gradevole. In poco tempo raggiungo le prime e soleggiate baite sopra i pascoli di Bagolino e il ponte Destrone che attraversa il torrente Caffaro sul fondovalle prima dell’abitato di Bagolino
Entro nel paese nella parte bassa dove è insidiato lo stabilimento della confezione dell’acqua Maniva e, visto l’ora non tarda, decido di salire nel centro storico passando per la strada che porta alla chiesa di San Rocco prima e poi verso la Parrocchiale di San Giorgio. Dal suo sagrato e dal portico dove c è l’accesso principale alla chiesa si può godere di una vista sull’intero borgo e sulle montagne circostanti.
Per l’occasione della festa della Madonna di San Luca tutto il paese è stato addobbato di fiocchi, ghirlande e striscioni colorati, dopo aver scattato qualche fotografia dall’alto riprendo la mia discesa fino al ponte di Prada e risalgo la strada che costeggia la dorsale del Monte Suello. Ho ormai quasi esaurito l’energia della mia E-bike e le mie gambe un po legnose. Per fortuna è l’ultimo dislivello in salita poi il rimanente è un unica discesa regolare fino all’innesto della statale.
All’altezza dell’omonimo portico appena girato l’angolo mi si presenta nella sua completa estensione il lago d’Idro e sotto di me il Pian d’Oneda a Ponte Caffaro. Giunto alla statale mi resta che seguirla in direzione di Anfo passando a fianco della Locanda San Giovanni.
La tentazione è di fermarmi per sorseggiare una meritata birra ma decido, visto l’esaurirsi della batteria, di proseguire e di rimandare la bevuta tanto desiderata alla fontana comunale di Anfo.
Alfredo Chiodi
Accompagnatore di Escursionismo del CAI di Gavardo sottosezione di Brescia.Esperto conoscitore delle montagne bresciane in particolar modo di quelle della ValleSabbia ,territorio in cui vive ed effettua le sue escursioni .Collaboratore dell’equipe di vivilavalsabbia.com
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