Il Santuario della Madonna della Neve sul Monte Renico è un luogo di culto situato nella bassa Valle Sabbia un territorio pedemontano che si affaccia alle colline moreniche del Garda e alla pianura sottostante . L’itinerario per raggiungere il santuario offre un’esperienza suggestiva, sia per i pellegrini che per gli amanti della natura. Durante la salita, è possibile godere di splendide vedute panoramiche sulla valle circostante e sull’incantevole paesaggio montuoso retrostante. Esso si trova sulla vetta del Monte Renico, a una quota non troppo elevata , e per raggiungerlo, si deve affrontare un’escursione solamente a piedi. La camminata può richiedere un impegno fisico moderato, ma il fascino della natura incontaminata e l’atmosfera spirituale del luogo rendono il viaggio indimenticabile.
Ascesa : 530 mt. circa
Lunghezza anello : 10 Km.
Durata : 3,00 h.
Altitudine partenza : 592 mt.
Altitudine max. : 948 mt.
Periodo : Tutto l’anno
Difficoltà : E (Escursionistica )
Punti interesse : Religioso, paesaggistico
Tipo percorso : mulattiera,tracciato su sentiero pietroso
Appoggio : Locali attigui alla chiesa
Equipaggiamento : abbigliamento da trekking
Appena usciti dalla super strada all’altezza di Gavardo dirigersi verso il centro abitato. Seguire poi le indicazioni per Sopraponte, al semaforo salive la strettoia a senso alternato fino alla chiesa, piegare a destra seguendo la strada che a tornanti porta alla frazione di Quarena e più in su per circa quattro chilometri dove sulla sinistra si potrà parcheggiare l’auto in prossimità della trattoria il Cacciatore .
Dal parcheggio della locanda Al Cacciatore seguiamo, per un breve e ripido tratto, la strada che prosegue verso le casette dei villeggianti in località Magno. Già sull’angolo, vicino ad una cappelletta della Madonna , s’intravede la segnaletica che faciliterà il nostro percorso. Al culmine della salita, sulla destra, si presenta un’altra diramazione in corrispondenza di altre villette e a sinistra un ingresso su strada sterrata sbarrata quasi sempre da una fune perché privata ma con accesso pedonale fruibile raggirando l’ostacolo.
La strada s’inerpica nel sottobosco zigzagando per quasi tutto il versante in maniera pesante data la ripidezza del suo fondo, solo verso la fine in corrispondenza di una selletta ombrosa il passo si fa meno affannoso. In poco più di mezz’ora abbiamo risalito la parte più dura di tutto il percorso e siamo arrivati nei pressi della Croce di Selvapiana.
Se proseguiamo verso destra possiamo raggiungere il piccolo promontorio dove è allestita una croce in cemento sovrastante l’intera area pianeggiante del fiume Chiese e dei paesi che li attraversa.
Dato un primo sguardo al panorama davanti a noi, dal Lago di Garda fino alle aree urbane di Rezzato, riprendiamo il cammino scendendo brevemente verso quello che può essere nel gergo geologico una dolina, ovvero quell”avvallamento erboso che già dal nostro arrivo potevamo scorgere . s
Risaliamo il prato fino a congiungerci nuovamente con la strada sterrata che percorre, in maniera più dolce, l’intera dorsale spingendosi fin oltre le gigantesche antenne per la trasmissione televisiva. Ma prima possiamo osservare i ristagni d’acqua, in particolare quella nei pressi della fattoria Poletti, ed è raro trovare in questi luoghi delle pozze in quanto il terreno circostante è di origine carsica.
Più avanti altri prati e altre cascine costellano il territorio che stiamo per attraversare, e altre segnaletiche indicano la nostra direzione per giungere al Santuario. Un raccordo ci permette di transitare a poche centinaia di metri dagli alti tralicci raggirandoli senza mai raggiungerli sul punto più alto del crinale che sfiora i mille metri di altezza.
Intersecato il sentiero che proviene dal punto più alto continuiamo verso est lungo la dorsale che dolcemente degrada fino a una deviazione obbligata che ci permette di evitare un passaggio obbligato dove alcuni anni fa è successo un fatto increscioso. Un ragazzo con un ciclomotore da cross perse la vita precipitando giù per la scarpata.
Il sentiero che dobbiamo affrontare è pietroso e sconnesso ma percorribile facendo attenzione a sollevare bene le ginocchia e rimanere stabili almeno fino a quando incontriamo il sentiero che proviene da Peracque una delle frazioni di Prandaglio raggiungibile anche da Villanuova sul Clisi. Siamo ad ormai a poche centinaia di metri dalla nostra destinazione e una leggera salita in mezzo a faggi secolari ci porterà in un posto fascinoso e nello stesso tempo mistico quale Il Santuario di Madonna della Neve
La chiesetta è una minuscola costruzione quadrate con a lato una foresteria e uno svettante campanile rifatto dopo l’ultima scossa di terremoto ,Essa probabilmente getta le sua fondamenta sui resti di una piccola rocca costruita sul Monte Renico ad un’ altezza di 886 mt. Qui si narra che la notte del 4 agosto del 358 d.C. a Papa Liberio apparve in sogno la Madonna che gli chiedeva di erigere una chiesa dedicata al culto mariano. La mattina del 5 agosto, una nevicata imbiancò il luogo dove poi sarebbe sorto il santuario.
Il versante che adduce alla teleferica è molto scosceso e boscoso, dalla sua postazione si può mirare il bacino sud del lago di Garda con tutte le colline moreniche che l’antico ghiacciaio, in epoca glaciale, formò e modellò, nonché il Monte Covolo sotto le cui pareti rocciose sono stati rinvenuti molti reperti archeologici.
Ogni 5 di agosto e la domenica successiva nel luogo si celebra la Santa Messa ,viene offerto il simbolico pranzo del pellegrino in quanto qui bisogna arrivarci solamente a piedi e si tiene la tradizionale tombolata con premi e tanto divertimento per i partecipanti.
Il
In questo luogo la devozione alla Madonna è sempre stata profonda sia per la comunità locale che a livello personale, qui ci rechiamo spesso anche nel periodo autunnale o meglio ancora d’inverno magari con una leggera nevicata che rende il luogo ancor più suggestivo. Sull’altare troviamo una Madonna serena uscita dalle abili mani di un intagliatore del cinquecento a noi sconosciuto, ma col talento di un vero maestro e tutt’attorno sulle pareti e sulla volta dipinti inneggianti al culto mariano.
Sul lato sinistro della chiesa si può individuare il sentiero di ritorno che affronteremo con giro ad anello passando per la cascina i Rucc.. Il srentiero che si snoda dietro la struttura scende a tornanti nel sottobosco e a tratti scivoloso se percorso dopo una giornata di pioggia .
A un successivo bivio prendiamo a sinistra, mentre verso destra si scende velocemente con sentiero da poco tracciato verso Peracque. Raggiunta la cascina Rocc seguiamo le direzioni che indicano di raggirare l’abitato avendo premura di richiudere lo steccato al nostro passaggio.
Si costeggia la strada delimitata da alcuni larici fuori posto fino al successivo bivio che abbandona la strada verso destra per prendere un sentiero delimitato da una rete di contenimento per la flora selvaggia di allevamento. La si percorre quasi in piano per più di due chilometri fino a una salita interamente scavata nella sabbia.
Questo è un passaggio poco impegnativo ma con un gradino friabile che necessita di alzare bene le ginocchia. Superatolo raggiungiamo la sella in prossimità del Mt. Acuto appendice più bassa della Selvapiana e ridiscendiamo in direzione di Magno
Giunti alla confluenza della strada adibita alla manutenzione delle antenne tv, la seguimo verso il basso fino a portarci sulla strada asfaltata che attraversa i prati di Magno.Da questo versante lo sguardo spazia alle montagne più a nord della Valle Sabbia, a quelle della Conca d’Oro più attigue o verso le montagne sul confine con Alto Garda.
Arrivati in Loc, Magno possiamo far visita alla Colonia estiva di Sopraponte di Gavardo oppure recarci alla chiesetta degli alpini che si trova discosta dalla strada principale passando a lato di alcune casette di villeggiatura e lungo folte siepi che costeggiano gli ampi prati verdi e le proprietà private fino a fare rientro al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto. Questo è stato un giro non molto impegnativo ma è necessaria un pò di destrezza nell’orientamento e di medio allenamento fisico.
Alfredo Chiodi
Accompagnatore di Escursionismo del CAI di Gavardo sottosezione di Brescia.Esperto conoscitore delle montagne bresciane in particolar modo di quelle della ValleSabbia ,territorio in cui vive ed effettua le sue escursioni .Collaboratore dell’equipe di vivilavalsabbia.com
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