Ascesa : 500 mt. circa
Lunghezza : 6 Km.
Durata : 2,30 h.
Altitudine partenza : 1830 mt.
Altitudine max. : 2350 mt.
Difficoltà : E (Escursionistica)
Punti interesse : Lago,macereti
Tipo percorso : lastricato granito
Appoggio : Rifugio Tita Secchi
Equipaggiamento : abbigliamento montagna
Giunti al lago d’Idro, appena dopo l’abitato di Anfo imboccare la strada per Bagolino. Superato l’abitato seguire la vallata per circa 10 km. fino ad arrivare in Loc. Gaver. Giunti al ristorante locanda Blumonbreak continuare diritto per il passo Crocedomini seguendo la strada con tornanti fino al goletto di Gavero .Da qui proseguire per circa un chilometro . Lasciare l’auto nel parcheggio a fianco della malga di Cadino della Banca (1800 mt).
17 Agosto-2020
Lasciata l’auto nel parcheggio nei pressi della Malga Cadino della Banca (1800 mt.) seguiamo la strada sterrata demaniale che sale verso la valle Cadino. Il percorso, che da qui porta fino alla Corna Bianca, è immerso in verdissimi pascoli e si snoda a mezza costa sul pendio del Mt. Colombina che osservato dalla Piana del Gaver è ricco di ripidi e finissimi ghiaioni. Sulla destra orografica, in verdissimi prati, scorgiamo alcune malghe tra cui la malga Casinetto della Banca e leggermente più in alto la Malga Casinetto dei Dossi in direzione di un valico correntemente denominato Passo dell’Asino che sta tra il Mt. Mattoni e il Mt. Cadino.
Il lungo traverso termina con un piccolo parcheggio adibito a fuoristrada e veicoli di servizio prospiciente la Corna Bianca, un promontorio roccioso di roccia bianca molto friabile che si trasforma facilmente in sabbia finissima. Fino a questo punto se si ha un fuoristrada o un veicolo alto si può arrivare, risparmiando 40 minuti di cammino facendo, attenzione però a sostare solo negli spazi autorizzati se non si vuole incorrere in sanzioni.
Poco più avanti, proprio sotto la sperone di roccia, parte il sentiero ben rappresentato anche dai pannelli esplicativi del parco. Il sentiero, recentemente risistemato con pietre locali, sale inizialmente con un corto traverso sulla destra fino a immettersi in una piccola conca. Dopo aver superato l’avvallamento ci troviamo in un vasto circolo vallivo posto più in alto a quota 2100 mt. Il sentiero da percorrere è sempre ben lastricato e di facile individuazione anche in caso di nebbia. Sulla nostra sinistra possiamo notare antiche morene che si pensa originati dal trasporto del piccolo ghiacciaio ivi presente a quel tempo. Questa deduzione sta nel fatto che questi massi granitici disposti a semicerchio e che sembrano essersi formati dalla deiezione glaciale sovrastante non appartengono alla qualità di roccia che potrebbe essere caduta spontaneamente dalla cima di consistenza calcarea(Creste di Laione ).
Dopo qualche centinaio di metri, fiancheggiando le Creste di Laione che stanno alla nostra destra, ci portiamo a ridosso di un ampio macereto (cumuli di detriti più o meno grossi ) sul quale è stato posto e risistemato un vecchio passaggio militare deviando da quello che è sempre stato il vecchio sentiero che conduceva al passo posto sul fianco sinistro orografico della valle. Questa recentissima costruzione è stata resa possibile grazie al sistematico lavoro di allineamento di massi granitici da parte del gestore del rifugio Tita Secchi.
Dopo una sostenuta ascesa il sentiero si interseca con quello proveniente dal passo di Terre Fredde che marcia in quota e ancor prima dalla Loc. Bazena nel comune di Breno . Essa prosegue in direzione del valico dove un enorme masso dalle somiglianze di una mucca segnala la presenza del passaggio obbligato per giungere in prossimità del lago e del rifugio Tita Secchi sulla sponda orientale dello stesso alla quota di 2360mt. sul livello del mare.
Alfredo Chiodi
Accompagnatore di Escursionismo del CAI di Gavardo sottosezione di Brescia.Esperto conoscitore delle montagne bresciane in particolar modo di quelle della ValleSabbia ,territorio in cui vive ed effettua le sue escursioni .Collaboratore dell’equipe di vivilavalsabbia.com
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