Escursione affascinante nelle Piccole Dolomiti, una catena montuosa situata nella regione delle Prealpi Bresciane, che offre una combinazione unica di bellezze naturali e storiche. Partendo dal pittoresco paese di Lavenone, nella provincia di Brescia, nella splendida Valsabbia, ci imbarcheremo in un’avventura attraverso scenari mozzafiato e borghi incantevoli.
Ascesa : 380 mt. circa
Lunghezza anello : 8,5 Km.
Durata : 3,00 h.
Altitudine partenza : 980 mt.
Altitudine max. : 1335 mt.
Periodo : Primavera, Estate, Autunno
Difficoltà : E (Escursionistica)
Punti interesse : Borghi montani,malghe di altura
Tipo percorso : vario(Strada asfaltata tra i borghi,sentiero nel sottobosco e prativo,sterrato,muttiera ghiaiosa)
Appoggio : Bar a Presegno e Bisenzio,Rifugio Albergo Piccole Dolomiti a Vaiale
Equipaggiamento : abbigliamento da trekking
Da Brescia si prende la tangenziale per Salò. In prossimità di Villanuova si continua in direzione del Lago d’Idro direzione Madonna di Campiglio, terminata la tangenziale si continua su strada provinciale prima attraversando l’abitato di Vestone e poi dal centro di Lavenone proseguire per la strada sulla sinistra per undici chilometri nella valle del torrente Abbioccolo fino ad un ampio parcheggio prima di entrare nel borgo di Presegno.
Lasciamo l’auto nel parcheggio sulla sinistra prima di entrare nell’abitato di Presegno ad una quota di 980 metri s.l.m. Il borgo si presenta già in tutta la sua originalità. Anche se la mattina si presenta con delle nubi minacciose verso est non mancano spiragli di sole a illuminare le facciate delle abitazioni che, adorne di oggetti del tempo passato, stanno a testimoniare la laboriosità dei suoi abitanti.
Oggetti appartenuti a chissà quale ceppo della famiglia cresciuta lì da sempre, appartenuti a gente che ha avviato lavoro nei boschi e mantenuto attive le malghe negli alpeggi circostanti. Ora le cose si sono invertite e i paesini di montagna si stanno pian piano spopolando, a eccezione di qualche giovane coppia che trova nel turismo di nuovo stampo un possibile sostentamento. Li troviamo li nella piazzetta di Presegno a gestire il loro locale di ristoro ,vicino alle cromatiche insegne direzionali per raggiungere le mete mondiali e locali
Per alcuni viandanti la vecchia bicicletta appoggiata al muro desta forti emozioni , sono in maggioranza quelli che hanno vissuto una vita più sobria e meno comoda. In gioventù forse ne hanno posseduta una simile e chissà quanti giri di pedale sono state necessarie per giungere sul posto di lavoro o quante scorribande hanno effettuato durante la loro adolescenza mostrandosi i più veloci lungo le polverose strade del fiume Chiese. In effetti il paesaggio di allora è molto diverso da quello contemporaneo. Ora una strada asfaltata, se pur tormentata di curve e alquanto stretta, fornisce un facile collegamento per raggiungere questi borghi. Per gli abitanti di allora scendere e risalire la valle significava svariate ore di cammino a piedi o a dorso di mulo. Ora in venti minuti si può raggiungere l’abitato e proseguire per Bisenzio un paio di chilometri più avanti. Noi lo raggiungiamo a piedi in quanto ci sono dei lavori in corso sulla carreggiata ma questo è un bene perché abbiamo l’opportunità di osservare meglio ciò che ci circonda.
A lato del tragitto notiamo una parete di roccia utilizzata da free-climber come palestra di arrampicata, essa è opportunamente attrezzata con moschettoni da rinvio con chiodi resinati alla parete e catene alla sommità per la calata, dall’aspetto sembra un comodo e sicuro luogo dove praticare questa disciplina che indiscutibilmente non rientra nel nostro programma.
Più avanti, sotto un terrazzamento di una rupe, troviamo la “Madonna del Cuel “. Il nome sta a indicare una cavità nella roccia a forma di grotta e sotto di essa è stata eretta una statua della Vergine Maria. Il luogo risulta essere singolare sia per il silenzio che vi regna, sia per la frescura suggerita dalla presenza di molta piante che prediligono l’umidità rilasciata dalla roccia.
Continuando il nostro cammino lungo la strada raggiungiamo la chiesa di Bisenzio che presenta un aspetto insolito, infatti la facciata è rivolta verso le abitazioni e non al viandante che giunge dalla strada, presentando così le mura del retro dell’edificio. L’accesso principale al borgo in tempi passati avveniva per mulattiera al centro della piazza per cui la chiesa rimaneva decentrata e la si doveva raggiungere da un altra posizione e non da quella attuale , ne è una conferma la vecchia mulattiera che sale dal basso per raggiunge il borgo di Presegno proprio nel centro del paese.
Il borgo di Bisenzio come il precedente si presenta anch’esso come un borgo antico fatto con mura di pietre locali e viuzze tette dove i tetti convergono l’uno sull’altro. Ci addentriamo tra le pareti ricolme di attrezzi da lavoro utilizzati in passato, tra questi slitte per il trasporto invernale di legna da ardere o da costruzione( una volta nevicava veramente) , grandi seghe per il taglio dei tronchi e pialle per modellare il legno, nonchè attrezzi per la fienagione e strumenti per la setacciatura del grano e le farine.
Indicazioni su segnaletica verticale si susseguono a ogni incrocio informando il visitatore dell’importanza storica e geografica che riveste questo luogo. Vicende storiche legate alla resistenza partigiana si sono verificate ovunque, dagli anfratti più selvaggi di fondovalle alle creste più arroccate della montagna dove vi si possono trovare interessanti itinerari escursionistici ben segnalati dai colori bianco e rosso o tricolore, colori che associazioni sportiva e di cultura hanno adottato.
A una evidente cappella votiva inforchiamo il sentiero che ci inserirà nel folto della vegetazione e dopo vari zig zag perveniamo a una radura dove pascolo e casette in pietra si contendono la tranquillità del luogo. Siamo a Piazzole un posto incantevole e non molto distante dai borghi.
Da una caratteristica fontana attingiamo dell’ acqua fresca e poi riprendiamo la salita attraversando un prato che ci porta ad incrociare una sterrata proveniente dal passo di Croce per portarci in località Selva.
Proseguendo per essa giungiamo nel pieno del pascolo ed è proprio lì che ci si presenta d’innanzi a noi una vista mozzafiato sull’intera catena montuosa dall’aspetto dolomitico. Nella foto partendo da destra possiamo ammirare il passo del Roccolo della Berga da cui giunge la strada militare che, partendo da Anfo, porta al Passo Maniva. Si può scorgere anche la cima Baremone che si trova più a sinistra. Proseguendo verso cima Caldoline , dove è sistemata la Capanna Tita Secchi, possiamo scorgere le pendici del dosso Alto. Non da ultimo si può ammirare l’eleganza della cima più alta della zona, la Corna Blacca . In giornate terse la si può riconoscere sin dal fondo valle specie transitando sul ponte di Lavenone dove si possono individuare anche le due principali guglie che la compongono. Su di esse sono collocate una croce e un stralicio trigonometrico piazzate a un’ altezza altimetrica che supera di poco i duemila metri.
Da questa posizione riprendiamo il nostro cammino lungo il tracciato forestale che scenda dolcemente verso malga Gardo . Lasciamo definitivamente i pascoli alti per raggiungere quelli di Vaiale località posta più in basso rispetto il punto di partenza. In prossimità di essa si possono individuare altri appezzamenti privati con relative recinzioni dove animali al pascolo scorrazzano indisturbati. Questi pascoli sono tutt’ora fonte di reddito per bovari e pastori che intendono allevare ogni tipo di bestiame.
Non manca il lato ricettivo della zona individuato dalla presenza di un locanda chiamata Agriturismo Piccole Dolomiti posto al termine della nostra camminata pressi un laghetto artificiale dove sguazzano vivaci trote di torrente. Il gestore, donna molto cordiale, intrattiene clienti ed escursionisti con dei piatti prelibati, all’occorrenza è anche disponibile ad accompagnare quanti devono recuperare le auto più a monte nel punto dove sono partiti.
Alfredo Chiodi
Accompagnatore di Escursionismo del CAI di Gavardo sottosezione di Brescia.Esperto conoscitore delle montagne bresciane in particolar modo di quelle della ValleSabbia ,territorio in cui vive ed effettua le sue escursioni .Collaboratore dell’equipe di vivilavalsabbia.com
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Ottieni consigli pratici basati sulla nostra esperienza e avventure.
Franco Ghitti
Bravo Dedo! Esaustivo, belle le descrizioni e anche le foto. Complimenti a te e ai tuoi collaboratori, una bella iniziativa!
Un caro saluto, Franco Ghitti
Alfredo
Ci tengo molto a valorizzare la nostra Valle Sabbia e in particolare divulgare gli itinerari in essa fruibili senza fare molta strada …insomma una filiera corta anche per il trekking.